Sonata classica : esposizione, sviluppo e ripresa
Questa è la vera e propria “forma sonata”, così come si trova in moltissime opere classiche (anche se nella prassi compositiva del ‘700 il termine si è affermato gradualmente). Caratteristiche principali di questa forma sono:
- l’utilizzo di due temi, di carattere contrastante (di solito ben caratterizzato ritmicamente il primo, più melodico e cantabile il secondo); nell’esposizione essi sono presentati in due tonalità diverse, nella ripresa vengono riproposti nella tonalità di impianto.
- la presenza di una sezione intermedia di sviluppo, in cui vengono ripresi e rielaborati elementi dei due tempi principali; a volte vengono anche presentati elementi nuovi;
- di solito un periodo di conclusione più o meno ampio, seguito da una coda che conclude definitivamente il pezzo. Queste parti finali possono essere molto ridimensionate o addirittura eliminate, a seconda delle dimensioni del brano.
Schema della forma sonata bitematica e tripartita Prima parte: Esposizione.
- Esposizione del primo tema (nella tonalità principale) seguita da un ponte modulante
- Esposizione del secondo tema (in un’altra tonalità) con eventuale ripetizione dell’esposizione
Seconda Parte: Sviluppo.
- Libera elaborazione di elementi tematici dei due temi principali con eventuale introduzione di elementi nuovi
Seconda Parte: Ripresa.
- Ripresa del primo tema
- Ripresa del secondo tema (trasportato nella tonalità principale) (eventuale ripetizione del blocco sviluppo – ripresa
Periodo di Conclusione
Coda
Esposizione dei temi : ponte nella forma sonata classica
Aggiungiamo anche qui alcune osservazioni. Come detto sopra, il ponte è la sezione che collega il primo al secondo tema. Esso può essere più o meno esteso, ed il passaggio dalla tonalità di impianto a quella del secondo tema può essere più o meno graduale. Inoltre i due temi principali in qualche modo devono differenziarsi: di solito il primo sarà ben caratterizzato ritmicamente, contenendo una o più cellule ritmiche che rimangono ben impresse e che spesso attraversano tutto il pezzo, mentre il secondo sarà di solito più melodico, un po’come un “secondo attore” che recita sempre in un ruolo subalterno rispetto al protagonista. Va detto comunque che ciascuno dei due temi, soprattutto nei pezzi più lunghi e complessi, si può ulteriormente suddividere in varie “idee”o “elementi tematici”, cosicché sembra in alcuni casi che i temi siano anche più di due. A volte poi è presente una terza idea abbastanza importante: in questi casi si può parlare addirittura di una forma “tritematica”.
La prassi di ripetere l’esposizione, come si accennava sopra, è piuttosto diffusa nei pezzi in forma sonata più semplici e brevi, ma si trova anche in molte sonate e sinfonie dell’epoca classica. In linea di massima, diciamo che i ritornelli, se esplicitamente indicati dall’autore, dovrebbero essere sempre eseguiti, allo scopo di rispettare il senso delle proporzioni. Ciò è vero in particolare per la ripetizione dell’esposizione: infatti non di rado si ha un’impressione di “incompletezza” all’ascolto di un pezzo in cui viene saltato un ritornello; tutto ciò sempre che non vi siano delle ripetizioni evidentemente inutili (vi sono alcuni rari esempi in proposito), che avrebbero solo l’effetto di appesantire il pezzo.
Sviluppo del tema della sonata
La sezione di sviluppo è realizzata con molta libertà. Spesso comincia con un’idea simile al primo tema, a volte riprende elementi che nell’esposizione erano apparsi come secondari, altre volte ancora rielabora elementi tematici tratti dai due temi principali aggiungendo però elementi nuovi. In ogni caso, caratteristica dello sviluppo è quella della libera modulazione a tonalità anche lontane, creando alla fine un’atmosfera di “attesa” (spesso realizzata con un pedale di dominante) che prepara il ritorno del primo tema. Le proporzioni possono essere quanto mai variabili: in alcuni casi ad un esposizione “corposa” segue uno sviluppo abbastanza breve, in altri casi l’esposizione è molto succinta mentre lo sviluppo è molto importante anche come dimensioni.
Si dice che in ogni pezzo di musica c’è un “punto massimo”, un vertice di tensione, di norma corrispondente ad un momento di notevole intensità sonora. Di solito nella forma sonata il punto massimo corrisponde alla ripresa del primo tema, ma può essere anche spostato ad altri punti, ad esempio ad una frase particolarmente importante dello sviluppo, ad un momento immediatamente precedente la ripresa, o anche alla ripetizione del ponte (che ovviamente sarà variato rispetto all’esposizione).
Ripresa dei temi : coda sonata classica
La ripresa si può presentare variata rispetto all’esposizione: una prassi abbastanza comune è quella di riprendere il primo tema in una forma più ridotta, ma sono possibili altre variazioni, ad esempio l’introduzione di un nuovo elemento tematico.
Al termine della ripresa si può trovare un periodo di conclusione, una sezione più o meno vasta di “ricapitolazione” e delle varie idee ascoltate e sviluppate, che precede la coda vera e propria. A volte il periodo di conclusione è talmente importante ed esteso da sembrare quasi un secondo sviluppo, mentre in altri brani dalla struttura più semplice esso è molto breve o addirittura assente, e si passa subito alla coda; anche quest’ultima, a seconda delle dimensioni dell’intero pezzo, può ridursi a pochi accordi conclusivi o essere più vasta.
La ripetizione dell’intero blocco sviluppo – ripresa si trova in alcuni pezzi in forma sonata, soprattutto quando le dimensioni sono ridotte. Difficile che sia prescritta la ripetizione quando alla ripresa sia già seguito un ampio periodo di conclusione, con una coda che ha già dato al brano un senso conclusivo. È possibile però che vi sia la ripetizione di sviluppo e ripresa, e il tutto sia seguito da un breve periodo di conclusione e dalla coda.